Riflessioni d’agosto 4 – Alle porte del Sud Tirolo

L’auto saliva e il termometro scendeva: sensazione deliziosa, provenendo da una valle arroventata. Volendo goderci un po’ di fresco e tranquillità, senza rinunciare ai piaceri della tavola, abbiamo cercato un buen retiro in un Sud Tirolo meno glamour della val Venosta, della val Gardena e della val Pusteria. Dobbiamo sentiti ringraziamenti alla guida delle locande Slow Food, che ci ha suggerito la Gasthof Fichtenhof (il sito è solo in tedesco, a breve la traduzione italiana) di Cauria/Gfrill, a 12 km da Salorno e 1299 metri sul mare.

Ingrid Pardatscher ne è la protagonista, affiancata da un ottimo cast: la sorella Uli alla cantina, il fratello Christian ai tavoli e i genitori a dare una mano dove occorre. Ingrid, dicevamo. Parla un ottimo italiano, come tutta la sua famiglia. L’eloquenza, però, non è una questione di pura padronanza linguistica, ma di temperamento, e lei ne possiede a valanga. Simpatia e disponibilità fanno da corollario. Ci ha dato consigli per escursioni turistiche, ha fatto telefonate per trovare buone librerie in zona, ci ha fornito suggerimenti su come trovare 15 kg di mele a 10 euro. E poi ci ha raccontato tante ricette, perché Ingrid è una vera Göttin in cucina.

In sei giorni abbiamo provato tante pietanze. Quelle che mi ricordo meglio sono i suoi primi: diversi canederli meritano menzione, soprattutto quelli alle rape rosse; la polenta giallo-grigia (mais e grano saraceno) con porcini e finferli; la crema di patate con erbette e fiori; i suoi stupendi ravioli a mezzaluna (Schlutzkrapfen) con spinaci del suo orto; infine, la sua lasagna alle verdure con una licenza poetica sudista: tocchetti di mozzarella di bufala.

Abbiamo parlato dei primi. Fra i secondi, rammento un gustoso spezzatino, uno stufato di bue al vino e un fantastico coniglio. Dolci: Strudel e Krapfen sopra tutti, ma niente male anche una crema al sambuco e al latticello. La marcia in più della cucina di Ingrid è costituita dal suo orto, nel quale coltiva personalmente verdure, erbe aromatiche e fiori, che entrano tutti nella rosa dei suoi ingredienti, con un occhio al sapore e l’altro alla salute. Lei ha un debole per il rosmarino, erba dalle mille virtù, ma la sua tavolozza è molto vasta e per nulla ripetitiva.

Anche la cantina è interessante, soprattutto per quanto riguarda le proposte locali. Piccola tirata d’orecchie: non sempre sono disponibili i vini a calice presenti nel menu. Comunque, al Fichtenhof ho scoperto con gusto il Lagrein aus Gries di Villa Schmid, il Jus Osculi di Loacker, taglio di cabernet, merlot, lagrein e schiava coltivati biologicamente, e il cabernet-sauvignon Campaner della cantina di Caldaro.

E poi, questa terra riserva interessanti sorprese. Su un vicino sentiero – perché con moglie e figlia ci siamo dedicati anche al trekking, per non essere sommersi dall’adipe – ho sentito suoni a me familiari provenire da un prato. Erano prodotti da una cornamusa, uno strumento irlandese. L’avevo ascoltata solo su disco, mentre lavoravo a una ricerca su zampogne e affini. Dopo una piccola indagine ho appurato che la Uilleann Pipe era sapientemente governata da un folletto celtico di passaggio, che suona sotto il falso nome di Francesco Brazzo nel Moray Club, gruppo di Bolzano specializzato in musica irlandese.

Con questo inusitato quanto gradito incontro musicale – una vera epifania scoprire un pezzo d’Irlanda sulle Alpi – si chiudono le mie riflessioni agostane. Da domani, ai posti di combattimento.

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2 Risposte to “Riflessioni d’agosto 4 – Alle porte del Sud Tirolo”

  1. Gianni Lombardi Says:

    Commentino pedantino: perchè hai scritto ‘glamour’ in corsivo mentre hai lasciato ‘buen retiro’ in tondo? 🙂

  2. stanislao Says:

    Pura e semplice sbadataggine. Provvedo subito alla correzione.

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